Il recupero del patrimonio retrospettivo in SBN: i progetti della Biblioteca di storia moderna e contemporanea

(Valeria Cremona - Biblioteca di Storia moderna e contemporanea. Roma)

La legge 23.12.1996, n. 662, che all’art. 3 prevede l’utilizzazione di una quota dei proventi del gioco del lotto per il finanziamento di progetti finalizzati al recupero e alla conservazione dei beni culturali, ha permesso anche alle biblioteche statali di realizzare interventi destinati ad aumentare la fruizione pubblica del patrimonio bibliografico, interventi di grande rilevanza e di notevole impegno finanziario che le risorse ordinarie non avrebbero permesso.

La BSMC ha partecipato all’iniziativa presentando cinque progetti di recupero in SBN del suo patrimonio più significativo con l’obiettivo finale di avere in linea tutto il catalogo nel più breve tempo possibile. Già il progetto precedente, relativo al riversamento in SBN delle Settecentine degli anni 1789-1799 e dei periodici dei secoli XVIII-XIX e della I Guerra mondiale (finanziato in base alla L. 538/93), aveva posto come prioritario l’obiettivo di riversare in rete il patrimonio della BSMC, affinché fosse disponibile per un’utenza allargata, sia a livello di polo IEI, che dell’Indice nazionale, e quindi, tramite Internet, della rete mondiale. Gli attuali progetti proseguono in questa direzione, coinvolgendo una parte considerevole del catalogo e dei fondi. Entro tre anni infatti sarà riversato in rete un totale di 75.000 notizie, che rappresentano, insieme a quelle dei fondi già recuperati in precedenza (tutti i periodici e le Settecentine) oltre il 60% del catalogo della Biblioteca. Si spera che ulteriori finanziamenti permettano il completamento dell’operazione comprendendo i fondi documentari e le sezioni di miscellanee.

I cinque progetti, che sono stati approvati e finanziati dall’Ufficio Centrale per i beni librari, le istituzioni culturali e l’editoria, prevedono la immissione in SBN del patrimonio bibliografico antico e recente, soprattutto di quei fondi per i quali la BSMC è un punto di riferimento autorevole a livello nazionale, in particolare di quelli la cui immissione in SBN costituisce una indispensabile integrazione a quanto già presente.

I due progetti relativi al Risorgimento comprendono, oltre alle pubblicazioni dei sec. XVI-XVIII, presenti nella sezione Rari e Fondo Malta, tutta la produzione del e sul Risorgimento italiano. Essi prevedono la catalogazione in SBN del materiale bibliografico e documentario (monografie, opuscoli, bandi e fogli volanti) della ex-Sezione Risorgimento della Biblioteca Vittorio Emanuele II di Roma costituitasi all’inizio di questo secolo per volere del parlamento, per documentare la storia dell’unificazione nazionale. Tale raccolta, divenuta poi biblioteca autonoma, costituì il nucleo originario della Biblioteca di storia moderna e contemporanea. Alla conclusione dei due progetti saranno presenti in rete circa 30.000 notizie relative al complesso di fonti bibliografiche e storico-documentarie indispensabili per la ricostruzione del processo di unificazione. Di particolare rilievo le collezioni mazziniana, foscoliana, guerrazziana, le raccolte di leggi degli stati pre-unitari, la pubblicistica politica, i fogli volanti, la storiografia italiana e straniera dell’Ottocento.

Il progetto Storia 2 prevede la immissione in SBN del materiale bibliografico relativo alle due guerre mondiali, al fascismo e al primo dopoguerra, per un totale di circa 15.000 notizie bibliografiche. Su tali periodi la BSMC possiede un patrimonio di particolare interesse, in larga parte non ancora presente in rete. Di particolare rilievo i fondi relativi alla Prima guerra mondiale (Sez. 1), al fascismo (Sez. 4, proveniente dalla Mostra sulla Rivoluzione fascista e dal Fondo Pennati) e il Fondo Vinciguerra, costituito dalla biblioteca di Mario Vinciguerra, preziosa donazione che ha arricchito la BSMC di un cospicuo nucleo di opere non solo storiografiche ma anche memorialistiche e letterarie.

I due progetti relativi alle sezioni di storiografia contemporanea dal 1950 ad oggi, immetteranno in SBN circa 30.000 notizie bibliografiche relative ad opere italiane e straniere, non facilmente reperibili altrove, e di conseguenza frequentemente richieste.

Sia la fase progettuale che quella esecutiva offrono lo spunto per alcune considerazioni che scaturiscono da un’esperienza sicuramente condivisa da altri, ma tuttavia possono essere utili per una riflessione più approfondita sugli obiettivi e sulla prassi della catalogazione in SBN.

Indubitabile l’importanza della finalità generale di questa e di altre iniziative simili, non solo ai fini della localizzazione dei documenti, ma anche sotto l’aspetto bibliografico, in quanto per le pubblicazioni italiane dei secoli XVII-XIX l’Indice si pone come alternativa al "catalogo nazionale retrospettivo che non c’è".

Per quanto riguarda la fase di progettazione, essa rappresenta sicuramente uno degli aspetti positivi dell’intervento. La riflessione sugli obiettivi primari della valorizzazione, il tradurli in progetti realizzabili, l’esame delle raccolte librarie, la quantificazione del materiale, l’analisi delle operazioni da compiersi, il calcolo delle percentuali di catture e di nuove creazioni, il calcolo dei tempi di catalogazione, le proiezioni relative ai tempi di esecuzione per ogni progetto, il calcolo delle postazioni e delle persone, l’individuazione dei requisiti richiesti ai catalogatori, il calcolo dei costi, sia della catalogazione che delle attrezzature, sono operazioni che richiedono una seria analisi da parte dei bibliotecari incaricati di redigere i progetti. In compenso essi acquisiscono una più approfondita conoscenza del patrimonio della biblioteca, una maggiore consapevolezza delle finalità e del valore del proprio lavoro oltre che un approccio sistematico alle tecniche di progettazione. A proposito delle quali si auspicherebbe da parte dell’Amministrazione una formazione specifica per i bibliotecari, sull’esempio dei corsi organizzati dall’ENSSIB (1) di Lione per i bibliotecari francesi, in cui il management e il lavoro per progetti è, insieme alle tecnologie informatiche, un momento centrale della formazione.

I progetti della BSMC prevedono la catalogazione completa "libro alla mano", livello medio, con tutti i legami relativi ad autori e titoli previsti dalle guide alla catalogazione SBN edite dall’ICCU (2). Il recupero delle pubblicazioni moderne prevede inoltre la soggettazione e la classificazione Dewey. Alla catalogazione completa vanno aggiunte le operazioni relative ai dati inventariali e alla collocazione.

Si è scelta la catalogazione da originale, operazione apparentemente più complessa e più costosa rispetto al recupero da catalogo a stampa o da scheda, per l’esperienza maturata in precedenza e per lo stato dei cataloghi cartacei. Nel precedente recupero, infatti, basato su cataloghi a stampa, sebbene si fosse partiti da una catalogazione puntuale e precisa, ma per alcuni aspetti diversa da quella prevista da SBN, si è spesso dovuti ricorrere al libro per una corretta descrizione. Le schede invece del catalogo cartaceo sono spesso manoscritte e poco leggibili e gli elementi su di esse riportati non sono sufficienti per la descrizione SBN. In occasione quindi dei nuovi progetti si è giudicato più conveniente partire direttamente dal libro, garantendo maggiore rapidità di esecuzione e maggiore precisione descrittiva. Questo è tanto più indispensabile laddove si tratta di pubblicazioni antiche che vengono catalogate in SBN per la prima volta.

Il livello medio è giustificato dal fatto che, pur potendo garantire tutti i legami previsti e i controlli sui maggiori repertori, la biblioteca manca di alcuni repertori specifici come le bibliografie degli ordini religiosi o i repertori biografici locali. Nel caso quindi di omonimie, non sarà sempre in grado di qualificare dando le esatte date di nascita e di morte. Si spera che la cooperazione porterà al perfezionamento delle notizie da parte delle biblioteche in possesso di tali strumenti.

Per quanto riguarda la soggettazione e la classificazione, si è scelto di non soggettare le pubblicazioni appartenenti ai fondi storici (secoli XVIII-XIX), e di seguire il Soggettario della BNI (3) e la classificazione Dewey (4) per le pubblicazioni moderne.

Per quel che riguarda la definizione dei singoli progetti, si è proceduto ad accorpare le sezioni librarie della Biblioteca secondo parametri che permettessero la chiara identificazione di blocchi da sottoporre a specifico trattamento. Sono stati così individuati i fondi storici e le sezioni in cui fossero presenti pubblicazioni da catalogare secondo il software del libro antico, ma distinguendo quelle sezioni che, contenendo volumi miscellanei ricchi di materiale documentario, come bandi, editti, manifesti, fogli volanti, richiedessero una catalogazione specifica secondo le regole esposte nella guida recentemente edita dall’ICCU (5). Una peculiarità infatti dei vecchi fondi di biblioteca, che si è riscontrata anche in altre sedi in cui è stato fatto il recupero in SBN, è proprio la presenza di volumi miscellanei, costituiti in passato intorno ad un evento o ad un personaggio e formati dal materiale più diverso, opuscoli, fogli sciolti, carte manoscritte, incisioni, carte geografiche, fotografie, musica a stampa, documenti vari, ecc. che sarebbe interessante poter descrivere in SBN, contestualmente alla descrizione bibliografica delle monografie, eventualmente in archivi diversi per i diversi materiali.

Per quel che riguarda le pubblicazioni moderne si è operata una distinzione relativamente al periodo di pubblicazione e al contenuto storico delle varie sezioni e si sono individuati due grossi blocchi, l’uno comprendente materiale in larga parte non ancora presente in SBN e la cui soggettazione e classificazione era da impostare ex-novo, l’altro comprendente materiale di storiografia recente, dagli anni ’50 in poi, già presente nella BNI o nelle bibliografie straniere, e in parte recuperato in SBN. Di particolare interesse per SBN l’acquisizione della storiografia straniera contemporanea. Nel caso di quest’ultimo progetto, si è prevista una certa percentuale di catture e la possibilità, nel caso di creazioni, di tenere presente anche il catalogo cartaceo più recente, specie per quel che riguarda la soggettazione.

L’esecuzione dei progetti, diversi per contenuto e per trattamento catalografico, è stata affidata, dopo regolare gara, a cooperative di giovani esperti catalogatori. Nel mese di luglio è stato avviato il primo progetto, relativo alle sezioni comprendenti i Rari, il Fondo Malta, la Collezione foscoliana, la Sezione-21 (parte della ex-Sezione Risorgimento della Biblioteca Vittorio Emanuele II di Roma). A novembre sono stati avviati anche il progetto relativo alle sezioni riguardanti la I guerra mondiale, il fascismo e la storia italiana fino al 1950, e quello riguardante la storiografia contemporanea.

Avvicinandoci alla metà del lavoro di immissione per il progetto Risorgimento 1, possiamo tentare un primo bilancio. Anzitutto si è toccata con mano l’efficacia della presenza in Indice del materiale antico: immediatamente sono pervenute richieste da diverse sedi, soprattutto universitarie, relative alla Collezione foscoliana, a testi della prima metà dell’Ottocento, alle raccolte di leggi degli stati pre-unitari, che si vengono ad aggiungere, come peculiari di questa Biblioteca e quindi costantemente cercati qui, alle pubblicazioni del decennio 1789-1799 e ai periodici politici dei secoli XVIII-XIX. Per garantire la disponibilità di questi antichi, esclusi dal prestito e dalle fotocopie, la Biblioteca sta da tempo curando la loro microfilmatura. Anche la presenza di una raccolta di pubblicazioni edite a Malta e costituenti la biblioteca della ex-Deputazione di storia patria per Malta, non era fin qui nota a molti. Ora gli studiosi della storia e della lingua maltese sanno di poter disporre di testi interessanti la loro ricerca, e alcuni di loro hanno offerto la propria collaborazione per la comprensione di quella lingua.

Quanto al lavoro di immissione vero e proprio, sono state confermate fin qui le previsioni di un’alta percentuale di nuove immissioni, mentre per quanto riguarda le notizie già presenti in Indice si constata con piacere che da parte di alcune biblioteche italiane c’è un forte impegno nel recupero del patrimonio retrospettivo. Infatti è sempre più frequente trovare in Indice notizie bibliografiche relative alle raccolte storiche, notizie di ottimo livello sia nella descrizione che nei legami, che possono essere catturate senza interventi di correzione.

Tuttavia restano alcuni problemi dovuti forse a recuperi affrettati. Si deve purtroppo lamentare un certo numero di duplicazioni, che appesantisce la lettura dell’Indice e rende più complessa la ricerca della localizzazione e la scelta della notizia da catturare. Tali duplicazioni sono probabilmente dovute o al fatto che le notizie sono state immesse prima di disporre del software per l’antico, e quindi sono descritte con le regole del moderno (motivo per cui la chiave titolo è spesso diversa), o al fatto che prima di catalogare non si è fatta un’accurata interrogazione. A questo proposito vorrei cogliere l’occasione per raccomandare la puntuale e intelligente interrogazione come momento preliminare indispensabile della catalogazione, da condursi su tutti gli elementi, dal titolo, all’autore, all’editore-tipografo.

A proposito dell’archivio delle pubblicazioni antiche, si osserva in alcuni casi un’interpretazione assai allargata, ma non giustificata, della norma di trascrizione della "u" e della "v" maiuscole in minuscole (6). La norma prevede che ci si uniformi all’uso seguito nella pubblicazione da descrivere e che solo nel caso di uso non coerente si trascrivano U e V all’interno della parola come u e U e V iniziali come v. Si riscontra invece che quest’ultima regola viene applicata sempre indistintamente, anche nella trascrizione di titoli di pubblicazioni all’interno delle quali l’uso delle u e delle v è assolutamente coerente ed ormai consolidato secondo l’uso attuale, ad esempio nei testi del primo Ottocento. Ovviamente questo determina una diversa chiave titolo, che impedisce il riconoscimento da parte del sistema, e crea occasioni di duplicazioni.

Uno dei problemi che le grandi operazioni di recupero hanno affrontato, ma risolto spesso con soluzioni affrettate, rispondenti all’esigenza di un recupero rapido, è quello della catalogazione delle opere in più volumi: in moltissimi casi si è preferito dare una descrizione sintetica dell’opera. Tuttavia la deontologia della cooperazione vorrebbe che non si costringessero altri a rocambolesche peripezie per trasformare una notizia non a livelli in notizia a livelli, cui legare le descrizioni particolari dei singoli volumi nel caso se ne possiedano solo alcuni o nel caso non si possano aggiungere i dati inventariali particolari alla notizia generale.

Un’ultima osservazione, ma forse la più importante, riguarda l’archivio autori, che purtroppo presenta un notevolissimo numero di duplicazioni o di identificativi diversi per lo stesso autore. Inoltre spesso la mancata interrogazione preliminare fa sì che autori moderni siano stati legati ad opere antiche e viceversa, o che autori omonimi siano stati confusi e unificati pur riguardando le loro opere ambiti del tutto diversi. Un capitolo a parte riguarda poi i nomi delle autorità politico-territoriali, che dovrebbero seguire le norme RICA, ma che invece in molti casi attestano una non conoscenza o una errata interpretazione di esse. Sarebbe assai auspicabile che le grandi biblioteche delle ex-capitali degli stati pre-unitari, nel recuperare i fondi antichi, elaborassero una lista di autorità delle magistrature locali, da coordinarsi poi centralmente presso l’ICCU o presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Nella creazione di tali autori le biblioteche in questione potrebbero proporre opportune qualificazioni relative ai cambiamenti istituzionali nell’ambito della storia locale, per suddividere opportunamente la produzione ufficiale di autorità, quali ad esempio le grandi realtà cittadine, che hanno una storia ricca di secoli.

Queste osservazioni su alcuni aspetti perfezionabili della prassi catalografica nei recuperi SBN non vogliono essere assolutamente una critica al sistema, anzi scaturiscono proprio dalla convinzione della importanza e della efficacia di esso; rappresentano l’esigenza che il lavoro in cooperazione sia fatto con sempre maggiore consapevolezza e sia finalizzato a innalzare il livello dell’informazione offerta attraverso la rete. Nel momento in cui cospicui finanziamenti offrono alle biblioteche l’opportunità di costruire la bibliografia nazionale retrospettiva attraverso la rete SBN, la crescita di questa consapevolezza e la crescita professionale sono sempre più irrinunciabili.

(1) ENSSIB École Nationale Supérieure des Sciences de l’Information et des Bibliothèques. 111 rue du 1er mars 1943. 69100 Villeurbanne France.

(2) Guida alla catalogazione in SBN. Libro antico / Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. – Roma : ICCU, 1995.
Guida alla catalogazione in SBN. Pubblicazioni monografiche. Pubblicazioni in serie / Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. – 2. Ed. – Roma : ICCU, 1995.

(3) Soggettario per i cataloghi delle biblioteche italiane / Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. – Roma : ICCU, 1956.
Liste di aggiornamento 1956-1976. – Firenze : Biblioteca Nazionale Centrale, 1977.
Voci di soggetto. Aggiornamento 1986-1998 / a cura della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. – 2. ed. – Milano : Editrice Bibliografica, 1999.

(4) Classificazione decimale Dewey. Edizione-20. / a cura di L. Crocetti e D. Danesi. – Roma : AIB, 1993. – 4 v.

(5) Guida alla catalogazione di bandi, manifesti e fogli volanti / Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. – Roma : ICCU, 1999. – 2 v.

(6) Guida alla catalogazione in SBN. Libro antico, op. cit., p. 43.

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