L'inserimento in SBN dei fondi antichi: progetti in corso alla Biblioteca Labronica di Livorno

(Cristina Luschi, Marcella Previti - Biblioteca Labronica F. D. Gurrazzi. Livorno)

La Biblioteca Labronica “F. D. Guerrazzi”, centro rete del polo livornese, è entrata a far parte della rete SBN nel 1994.

Da subito ha avvertito l’esigenza di immettere sulla base dati dell’antico i suoi fondi più significativi.

La possibilità di raffronto, attraverso SBN, delle proprie edizioni con quelle presenti altrove e l’occasione di far conoscere alcune rare edizioni, da noi possedute, agli utenti della rete nazionale, è stata subito colta dalla Biblioteca Labronica.

Al momento di scegliere quali fra i nostri fondi immettere per primi, si è deciso di avviare il progetto con l’inserimento dei dati relativi alle edizioni cinquecentine.

Di questa collezione esisteva un catalogo cartaceo molto parziale: a fronte di circa 1.500 edizioni solo un terzo aveva una descrizione corretta secondo gli standard.

Nel giro di quattro anni, affidando il lavoro ad una ditta competente nel trattamento del libro antico, siamo stati in grado di immettere il 90% dei dati relativi alle opere possedute.

Il materiale è stato inserito in modalità SBN/SQL, con un controllo delle edizioni e delle intestazioni sui principali repertori bibliografici, le catalogazioni sono state inoltre corredate di un ricco apparato di note relative all’esemplare e con legami ai possessori e alle provenienze.

Quest’ultimo lavoro si è rivelato particolarmente importante per una ricostituzione, almeno virtuale, di fondi che, per vari motivi storici, si trovano ormai fisicamente dislocati in luoghi diversi.

Riteniamo che entro quest’anno si possa completare la catalogazione del ‘500 e quindi procedere con quella dell’editoria seicentesca, i cui volumi sono attualmente descritti solo nel catalogo manoscritto.

L’altro progetto avviato, è quello della catalogazione dell’editoria livornese. Questa si trova collocata presso il Centro di documentazione e ricerca visiva di Villa Maria, una delle sezioni speciali della Biblioteca Labronica, dedicata alla storia della città.

La collezione comprendente volumi stampati a Livorno a partire dal 1644, tra cui molte prime edizioni di grande valore, è in costante accrescimento grazie anche agli acquisti effettuati sul mercato antiquario e consta a tutt’oggi di circa 10.000 edizioni.

Di tali opere circa 400 sono già state immesse su SBN Antico, mentre per le pubblicazioni post 1830, circa 4.000 volumi, si è effettuata l’immissione sulla base dati moderna.

Resta a tutt’oggi ancora da inserire poco meno di due terzi delle edizioni antiche oltre a  circa 4.000 opuscoli, post 1830, ed ai periodici storici livornesi che consistono in circa 500 testate.

Particolarmente laboriosa si è dimostrata la catalogazione del materiale minore ottocentesco che ha richiesto un notevole impegno per quanto riguarda la creazione degli autori. Le centinaia di pubblicazioni curate da enti, associazioni, accademie, congregazioni religiose, scuole, operanti sul territorio livornese dal 1830 in poi, ha comportato la scelta e la creazione ex-novo di autori-enti, difficilmente rintracciabili nell’Indice, data la natura strettamente locale degli stessi.

Nella prima fase si è proceduto a una ricerca su repertori locali, per accertare la forma coeva più in uso raffrontandola con quella maggiormente ricorrente al presente, operando una scelta in base a criteri di autorevolezza delle fonti consultate.

Peraltro in questa tipologia di materiale si  riscontrano di frequente forme diverse del nome dovute sia alla variazione che il nome ha subito in periodi successivi, che a forme varianti dello stesso nome che necessitano di collegamenti e opportuni rinvii tra loro.

Il completamento della catalogazione del materiale ottocentesco prevede quindi l’incremento delle numerose forme varianti che si sono potute accertare.

Con la messa a punto di questo authority file molto articolato si può fornire per la prima volta uno strumento prezioso di ricerca per chiunque voglia studiare il quadro delle diverse attività politiche, sociali e culturali, economiche della città.

Peraltro a latere della catalogazione in SBN si sta procedendo ad un lavoro più generale di censimento di tutta l’editoria livornese che viene effettuato sia sulle fonti primarie che secondarie.

Infine un cenno su un progetto, avviato solo di recente, ma di particolare rilevo e impegno per la nostra Biblioteca, che riguarda la catalogazione dei codici manoscritti.

I codici in questione appartengono al gruppo di manoscritti più antichi e preziosi della nostra Biblioteca: il Fondo Spannocchi.

Il conte senese Girolamo Spannocchi fu confinato nella città di Livorno per motivi politici nel 1853 e alla sua morte, nel 1861, decise di donare la sua importante biblioteca, circa 3.000 volumi a stampa e 54 manoscritti, alla città che lo aveva ospitato.

I libri gli erano pervenuti, in gran parte, per lascito ereditario da Francesco Spannocchi Piccolomini, discendente della famosa famiglia senese che contava fra i suoi avi più illustri il papa Enea Silvio Piccolomini.

La raccolta è estremamente eterogenea sia per gli argomenti trattati, miscellanee politiche, storiche e poetiche sia per le aree di provenienza dei codici stessi e per gli autori rappresentati.

Citiamo un interessante codice del De pictura di Leon Battista Alberti e un Discorso intorno alla pittura di Giulio Manicini, Il Canzoniere del Petrarca con il commento di Antonio da Tempo e il De evangelio aeterno di Bernardino da Siena.

Il più antico è l’Evangelium Divi Joannis glossatum databile intorno al XII secolo ma si arriva fino al 1500 con alcuni testi relativi agli affari della casa Piccolomini.

Inoltre è a tale fondo che appartengono gli unici manoscritti miniati posseduti dalla biblioteca e tre codici greci praticamente sconosciuti agli studiosi: un codice espiano, i canti ecclesiastici greci e un codice miscellaneo contenente termini di medicina, varianti ad epigrammi e alcuni indici.

Di fronte ad un patrimonio di tale interesse è nata l’esigenza sia di un attento studio codicologico che porti alla luce tutta una serie di testi, in parte mai identificati, come pure una ricostruzione storica della raccolta che permetta una loro corretta salvaguardia e valorizzazione.

I primi riscontri avviati hanno già portato ad un interessante scoperta per quanto riguarda un volume cinese del quale non eravamo stati in grado finora di fare una identificazione certa.

La catalogazione del fondo è stata affidata a due specialiste esterne che utilizzano il programma MANUS, predisposto appositamente dall’ICCU per il censimento dei manoscritti; si ritiene che il primo lotto di catalogazione si possa completare entro la fine di quest’anno ed a conclusione di tale lavoro è prevista anche la pubblicazione di un catalogo a stampa.

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