La catalogazione verso il futuro: normative, accessi, costi. Roma - ICCU, 13 marzo 1998

Isa de Pinedo, Cristina Magliano - ICCU

In considerazione di quanto avviene in vari paesi europei e negli Stati Uniti, nell’ambito di un riesame delle normative catalografiche correnti, l’Istituto Centrale per il Catalogo Unico ha organizzato, nel marzo ’98, un Seminario dedicato appunto ai temi delle normative, degli accessi e dei costi dei record bibliografici, al fine di suscitare spunti elaborativi e raccogliere indicazioni che fossero d’aiuto sia nel lavoro della Commissione che da più di un anno sta lavorando alla revisione delle RICA sia, più immediatamente e direttamente, ad una semplificazione nel contesto generale della produzione e gestione di cataloghi a livello nazionale, con attenzione al catalogo SBN.

Le normative previste per la catalogazione autore dalle RICA, vale appena la pena ricordarlo, sono obbligatorie per le Biblioteche pubbliche statali, ma sono di fatto largamente diffuse nella maggioranza delle grandi biblioteche del paese. Possiamo quindi ben dire che l’autorevolezza del Codice del 1978, basato sui principi internazionali di catalogazione formulati nella Conferenza di Parigi dell’ottobre 1961, ha operato in modo che esso divenisse nella pratica il codice nazionale di riferimento. In più, va sottolineato, i suddetti principi, che costituiscono la base di riferimento delle nostre normative, sono nella loro interezza ancora validi.

E’ opportuno precisare che la Commissione RICA è nata allo scopo di verificare, in parallelo a quanto avviene nel mondo bibliotecario internazionale, se l’attuale Codice, al di là dei minori apporti correttivi da tempo noti, necessitasse o meno di una revisione e di modifiche, rispetto a sviluppi ed esigenze specifiche nazionali, o se fossero unicamente sufficienti interventi di chiarimento ed un arricchimento degli attuali esempi. La Commissione ha attualmente completato una prima lettura analitica del testo delle norme da cui risulterà un documento di lavoro, corredato di osservazioni, commenti e proposte, da sottoporre ad un contesto bibliotecario allargato per un arricchimento dell’apporto elaborativo e per un confronto più ampio.

Il secondo spunto, che ha mosso l’Istituto ad organizzare il Seminario, è costituito dalle responsabilità che ad esso derivano dalla gestione del catalogo SBN, collettivo di grosse dimensioni, in cui sono raccolti record prodotti ed il posseduto di oltre 800 biblioteche di ogni genere, tipologia ed appartenenza, con bisogni ed esigenze differenziate, rispetto ai vari tipi di utenza serviti. Un catalogo automatizzato in linea e nuovi tipi di materiali trattati pongono in molte occasioni una serie di dubbi e necessità di verifiche per i quali sono necessarie risposte univoche e forse nuovi indirizzi.

Due esigenze distinte, pertanto, una di carattere generale e l’altra più particolare e specifica, comunque connesse e correlate. Una necessità di verifica non sulla validità del Codice, quanto sulla sua chiarezza interpretativa ed una necessità di semplificazione, nelle applicazioni del dettato del Codice stesso alla gestione quotidiana di un catalogo.

Al Seminario hanno partecipato in qualità di relatori il prof. Michael Gorman, con un intervento sul Futuro della catalogazione nell’era elettronica; il prof. Diego Maltese con un intervento sui Principi rivisitati; ed il prof. Alberto Petrucciani con un intervento sulle Riflessioni sull’impostazione di un codice di catalogazione.

Tenuto conto del fatto che si desiderava un dibattito vivace e al tempo stesso non dispersivo rispetto ai temi affrontati, è stato necessario contenere il numero dei partecipanti. Infatti, pur avendo cura a ché la partecipazione fosse allargata anche ad altre realtà catalografiche, oltre il mondo SBN, le presenze non hanno potuto superare il numero di sessanta. Ciò ha assicurato uno scambio utile e stimolante tra tutti i partecipanti.

Considerati gli autorevoli apporti offerti dai relatori nonché gli interventi qualificati dei partecipanti, possiamo dire che si siano ottenuti risultati utili per la riflessione futura.

Tra le varie considerazioni cui si è giunti vi è che non solo i principi non sono mutati, ma che le normative stesse sono state concepite in quanto applicabili a tutti i tipi di materiali, come risulta da ben due delle relazioni presentate. E’ altresì palese, come è emerso sia in una delle relazioni sia in diversi interventi dei partecipanti, che le normative richiedono in molti casi una maggiore esplicitazione rispetto al dettato del codice, una chiarezza interpretativa che non necessiti di molte mediazioni ed un completamento di esemplificazioni, allargato ad un più vasto raggio di tipologie di materiale, senza peraltro scadere nel manuale.

Si è anche ribadito un dato di fatto obiettivo, di cui è impossibile non tenere conto soprattutto nel contesto specifico, e relativo alle mutate condizioni rispetto al passato. Nel nostro paese, come del resto anche in altri, mentre il livello di istruzione media è aumentato, si assiste di contro ad un calo nello spessore culturale e formativo, risultante al completamento degli studi superiori ed universitari, che ovviamente impatta sulla futura formazione professionale. Non si può non vedere le conseguenze di una tale realtà in un contesto dedicato alla gestione delle informazioni in cui, attraverso l’applicazione di trattamenti convenzionali si svolgono funzioni di mediazione tra la presentazione e diffusione delle informazioni stesse ed il mondo degli studi e della ricerca. Le convenzioni concordate pertanto, dovrebbero essere quanto più semplici e chiare nella loro esposizione, per una immediata ed uniforme interpretazione ed applicazione.

Un calo formativo quindi rispetto al passato, in un contesto in cui l’automazione e la così detta società dell’informazione spingono, a livello internazionale e nazionale, ad una sempre maggior circolazione e scambio dei record prodotti, e dove quindi standard e normative necessiterebbero ancor più di una omologazione diffusa. Per non parlare di grandi progetti di recupero del retrospettivo che, necessariamente, utilizzeranno personale assunto a termine.

Sono stati questi i punti nodali del Seminario che, nelle intenzioni, ha teso a stimolare una riflessione allargata su proposte e osservazioni che tenesse conto di esigenze ben definite. Occorre innanzitutto curare la qualità del prodotto ed assicurare uniformità di descrizione e catalogazione, a livelli che garantiscano il reperimento puntuale delle informazioni, ma anche facilitare il lavoro degli addetti, temporanei o stabili, attraverso una più semplice comprensione ed applicazione del codice di catalogazione nazionale.

Il punto è trovare un equilibrio tra spinte all’omologazione, motivate da reali ed innegabili esigenze, e l’obbligo di non operare un appiattimento che negherebbe dignità e continuità storica alle nostre tradizioni culturali.

Se i principi internazionali, da cui i vari codici nazionali sono derivati, non sono mutati, dobbiamo continuare ad assicurarne e favorirne l’applicazione su tutto il territorio nazionale. Se quei principi al momento in cui furono concepiti lo furono con speciale riguardo a cataloghi che dovevano descrivere i fondi di grandi biblioteche generali, oggi, un codice nazionale, in quanto tale, dovrebbe tendere ad essere quanto più strutturato, in modo da soddisfare l’intera e variegata realtà bibliotecaria del paese. Quindi, con il minor numero di mediazioni possibile, al fine di garantire omogeneità e uniformità all’utente finale, pur nel rispetto delle tradizioni catalografiche e culturali del nostro paese.

E’ quindi attraverso il riconoscimento di innegabili realtà, quali

  • la diversa formazione culturale e professionale disponibile;
  • l’avvio di grandi lavori di recupero a livello nazionale;
  • il contesto automatizzato con la sua ricchezza di risorse, rispetto ai cataloghi tradizionali;
  • la necessità di operare in termini economici di costi/benefici;
  • la spinta allo scambio e al riutilizzo dei record prodotti;

che dobbiamo iniziare ad operare con maggiore disponibilità ed elasticità, senza pregiudizi, timori o sospetti, con il compito chiaro della continuità di tradizione da salvaguardare, di qualità da assicurare e di mutate condizioni di cui tenere il debito conto.

E’ in corso la trascrizione e traduzione delle relazioni presentate (v. Bollettino d’informazione n. 1998/2 pag. 135-165), di cui l’AIB ha già anticipato la pubblicazione, nonché del complessivo dibattito che si è svolto nel corso del Seminario. L’Istituto provvederà quanto prima alla pubblicazione degli atti.

torna su