Workshop: evoluzione di SBN. Roma - ICCU, 6 marzo 1998

Gisella De Caro - ICCU

Si è svolto il 6 marzo 1998 presso l’ICCU un seminario sul tema "Evoluzione e apertura di SBN", organizzato per offrire al Comitato di gestione SBN una serie di spunti di informazione e di riflessione sul tema particolarmente significativo dell’evoluzione della cooperazione SBN alla luce dei nuovi standard quali il protocollo Z39.50 (ISO23950), il Dublin Core e l’Electronic Document Delivery.

Sono stati invitati a parlare sul tema Corrado Pettenati, uno degli informatici "fondatori" di SBN e attualmente responsabile della biblioteca del CERN di Ginevra e Makx Dekkers, uno dei realizzatori della rete olandese PICA e attualmente consulente della DG13/E (Tecnologie avanzate per le biblioteche) della Commissione Europea.

L’intervento di Pettenati è stato incentrato sull’analisi dei risultati già raggiunti dal Servizio Bibliotecario Nazionale e sulle linee prioritarie di evoluzione.

Per quanto riguarda i risultati, è stato detto, SBN ha raggiunto dimensioni tali da essere necessario, come catalogo, per ogni biblioteca italiana; inoltre ha avuto il merito di promuovere e diffondere in Italia un notevole livello di conoscenza dei problemi organizzativi e dei servizi di automazione in biblioteca, di unificare le procedure di una parte importante di biblioteche e anche di rendere i bibliotecari italiani partners credibili nei contesti internazionali.

E’ arrivato tuttavia il momento per una riflessione sugli obiettivi di SBN che preveda, invece di sviluppare nuovi prodotti software, di scegliere quelli disponibili sul mercato eventualmente integrando quelle funzionalità provenienti da altri progetti. Si ridurrebbero in tal modo i costi, i sistemi sarebbero aggiornati anche grazie alla pressione dell’insieme degli utenti e gli standard verrebbero adottati senza investimenti troppo onerosi.

Sono poi state esaminate le necessità di evoluzione per le biblioteche e per i bibliotecari. Una necessità primaria è stata individuata nel miglioramento del servizio di disponibilità dei documenti a livello nazionale e internazionale. Sono state esaminate alcune possibili vie di sviluppo come la creazione di un servizio Web di raccolta e ridistribuzione delle richieste di servizi per biblioteche SBN e non SBN e l’utilizzazione di Ariel. Altre necessità sono state individuate nella fornitura di informazioni bibliografiche alle biblioteche non SBN con adeguata tariffazione e nella "pulizia" dell’Indice eliminandone le duplicazioni.

Un ulteriore elemento è stato preso in considerazione: l’offerta, nell’ambito della rete SBN, dei nuovi servizi del protocollo Z39.50. Il crescente uso a livello internazionale di tale protocollo, il numero – sempre in aumento – di prodotti (commerciali e non) disponibili sia come client sia come server, la sua adattabilità anche con applicazioni di tipo diverso, è ormai un dato di fatto. Si aggiunga a questo la constatazione che lo Z39.50 si presta molto bene ad essere utilizzato in applicazioni multiple: catalogazione derivata, ILL, acquisizioni, OPAC.

In conclusione Pettenati ha delineato le funzioni di mediazione che potrebbe svolgere SBN per l’accesso a servizi internazionali, a testi elettronici, a collezioni di letteratura specializzata e per la messa a disposizione delle basi dati prodotte e dei relativi servizi.

Il tema delle nuove funzioni dello standard Z39.50 è stato ripreso nella presentazione di Makx Dekkers. Il suo discorso ha messo in particolare risalto i vantaggi e i benefici di un catalogo collettivo in rete, benefici legati soprattutto all’integrazione delle diverse funzioni di biblioteche, alla fornitura di servizi avanzati, a strategie comuni negli acquisti. E’ necessario che un catalogo collettivo in rete, per avere un buon livello di funzionalità, abbia requisiti di flessibilità, di possibilità di cooperazione a livello locale, di descrizione di dati a più livelli, di legami con fonti esterne quali documenti elettronici, risorse Internet, ecc.

Sono state quindi illustrate le nuove funzionalità dello standard per l’aggiornamento, la catalogazione derivata, l’uso di thesauri. Sono state esaminate le caratteristiche dello standard e sono state date informazioni sulle sperimentazioni in corso e sullo stato di consolidamento.

L’ultima parte dell’intervento di Dekkers ha riguardato sia i rapporti del protocollo Zeta con il Dublin Core, sia la disponibilità dei documenti elettronici. Dublin Core è un sistema di metadati tra i più diffusi, che ha l’esigenza primaria di definire un set minimo di elementi descrittivi; è usato per la descrizione di pagine Web e di altri files di rete. Il formato peraltro non è ancora stabile e, disponendo di solo 15 elementi identificativi, non è indicato per creare strumenti di indicizzazione primaria di materiale bibliografico.

Per quanto riguarda la disponibilità di documenti elettronici uno dei sistemi che si sta diffondendo è lo scan on demand, che, a fronte della richiesta di un utente su un certo documento, consente l’invio tramite rete, del documento digitalizzato. Lo scan on demand può essere attivato o da una richiesta on line (ad esempio l’item order dello Z39.50) ma anche da una richiesta tradizionale, girata poi ad altri che operino con questo strumento.

All’intervento di Dekker è seguita poi una presentazione di Claudia Parmeggiani (ICCU) sul profilo SBN definito nell’ambito del progetto OPAC dell’ICCU. Sono state illustrate le caratteristiche del profilo SBN Z39.50, le componenti sviluppate, i punti di accesso e le opzioni dello standard adottate da SBN. Infine, sempre per l’ICCU, Roberto Mauro ha presentato le attività di "pulizia" (correzioni, accorpamenti, ecc.) effettuate sull’archivio SBN, fornendo dati statistici suddivisi per Polo e per anno (1994 - 1998).

Nell’utilizzo dello standard Z39.50 va tenuto presente che a livello internazionale è stata rilevata una duplice tendenza. Gli utenti finali preferiscono avvalersi del Web gateway, cioè del browser che adottano abitualmente per navigare in Internet e preferiscono che sia il sistema OPAC stesso ad effettuare eventualmente la conversione automatica delle loro ricerche dal linguaggio html al linguaggio Z39.50. I bibliotecari invece usano volentieri anche pacchetti software che fungono da client Z39.50 e che integrano le funzioni di ricerca con quelle di aggiornamento dei cataloghi e la fornitura dei documenti in rete.

I servizi dello standard, come si è già detto, non comprendono solo funzioni di ricerca e di recupero, ma anche funzioni specifiche per la catalogazione: il servizio update consente di passare dall’interrogazione all’aggiornamento del catalogo, il servizio union catalogue consiste in una serie di servizi per la creazione del catalogo in un contesto di sistemi che utilizzano l’update. Al momento entrambe le funzioni sono in fase sperimentale; si prevede che entro due anni tali funzioni siano testate e consolidate.

Per quanto riguarda la richiesta del documento, il già citato item order consente di ordinare una unità documentaria individuata come risultato di una ricerca; questa funzione si può usare per servizi relativi sia agli acquisti sia alla fornitura di documenti. L’item order, come è stato precedentemente detto, è implementato in quei sistemi che offrono servizi di fornitura di documenti elettronici del tipo scan on demand: dunque l’utente richiede via rete la copia di un documento individuato tramite l’interrogazione del catalogo; chi eroga il servizio e riceve la richiesta effettua la scansione del documento, gestisce la risposta ed invia il documento digitalizzato.

Il seminario ha costituito un utile momento di incontro e scambio di informazioni che hanno poi consentito di formulare una serie di considerazioni, anche in base alle linee di tendenza nelle nuove applicazioni dello Z39.50; di tale linee di tendenza l’ICCU intende tenere conto nell’ambito di un programma di evoluzione del sistema SBN e della sua integrazione con altri sistemi per l’erogazione dei servizi nazionali.

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