Il progetto europeo ONE-2

(Claudia Parmeggiani - ICCU)

Il 21 gennaio si è tenuta a Ballerup (Danimarca) la riunione di avvio del progetto europeo ONE-2 (OPAC NETWORK in EUROPE) che è coordinato dal Danish Library Centres e a cui partecipano oltre all’ICCU diverse istituzioni bibliografiche e culturali dell’Europa del nord (Norvegia, Svezia Finlandia), del centro (Gran Bretagna, Danimarca, Austria), dell’est (Ungheria) e del sud (Italia):

  • Austrian Army Museum
  • Bibsys (NO)
  • British Library
  • Essex Libraries (UK)
  • Crossnets Systems
  • Danish Library Centres
  • Helsinki University Library
  • Hungarian National Library
  • ICCU
  • Oslo College Depart. Libraries and Information Sc.
  • Joanneum Research (AT)
  • Royal Library LIBRIS Dep. (SE)
  • University of Oslo Library

In 24 mesi il progetto ONE-2 ha il compito di consolidare ed estendere i risultati di ONE che aveva implementato un software in architettura client server per la ricerca ed il recupero delle informazioni su Internet in sistemi bibliografici aperti e interoperabili con modalità standard Z39.50. I fornitori di servizi bibliografici che hanno partecipato a ONE hanno costruito una rete di OPAC europei sperimentando l’uso di canali e modalità di ricerca su una molteplicità di basi dati remote.
Il software sviluppato per ONE è dotato anche di un convertitore in linea che gestisce la presentazione dei risultati della ricerca in più formati di dati , fra cui i diversi MARC nazionali (UKMARC, FINNMARC, USMARC, ecc.) UNIMARC e formati proprietari interni ai sistemi coinvolti.
Con ONE-2 entro l’anno 2000 saranno implementati ulteriori servizi e coinvolti altri partecipanti. Verrà sviluppato un software comune che, per la gestione del prestito interbibliotecario, la fornitura dei documenti e dei pagamenti via rete, si integrerà con quello rilasciato alla fine del progetto precedente che era relativo solo al recupero delle informazioni con modalità standard Z39.50.
Il sito Web di ONE 2 è http://echo.lu/libraries/en/projects/one2.html.

Finalità di ONE-2

La realizzazione di sistemi informativi per biblioteche collegati alle reti informatiche, ha come conseguenza il confronto fra le biblioteche, i nuovi strumenti ed i nuovi requisiti della cooperazione. Il collegamento di una biblioteca o di un sistema informativo alle reti rende più importante applicare in modo non ambiguo le regole di cooperazione. Computer diversi infatti hanno modi diversi di gestire i caratteri, organizzare i loro archivi e le loro funzioni. Se un file in un computer è utilizzato in un altro computer, diventa fondamentale un accordo preventivo su come rappresentare i dati e che struttura dei record e degli archivi adottare. Gli standard assumono di conseguenza un’importanza fondamentale nella cooperazione fra sistemi bibliotecari che operano su Internet.
Il progetto ONE ed il progetto ONE-2 sono stati finanziati dalla Comunità Europea proprio per stabilire delle regole di cooperazione comuni nell’applicazione degli standard internazionali in Europa. Tali regole sono state definite per la ricerca e il recupero delle informazioni con ONE e verranno definite per il prestito e la catalogazione con ONE-2.
Le finalità del nuovo progetto infatti sono:

  • implementare servizi aggiuntivi con standard comuni per utilizzare ed estendere le funzioni di ricerca e recupero definite nell’ambito del progetto precedente ONE;
  • stabilire le specifiche di applicazione degli standard, a livello internazionale e per più tipologie di utenti, per l’electronic document delivery (fornitura dei documenti elettronici) e prestito interbibliotecario;
  • integrare nelle reti le istituzioni culturali dell’Europa settentrionale, centrale, orientale e meridionale.

Il progetto ha come principale obiettivo la definizione di un profilo comune a livello dello standard per la ricerca ed il recupero dell’informazione Z39.50 (ISO 239.50) più ampio rispetto a quello del progetto precedente e relativo a:

  • ordine di un item;
  • prestito interbibliotecario;
  • aggiornamento del catalogo:
  • fornitura di documenti in formato elettronico, inclusi la validazione dell’utente ed i meccanismi di pagamento.

L’ordine di un item ed il prestito interbibliotecario

All’interno del progetto verrà definito un profilo per l’applicazione standard del prestito interbibliotecario che dovrà tenere conto delle esperienze maturate fino ad oggi dal gruppo degli implementatori dello standard ISO ILL, IPIG (ILL Protocoll Implementor Group) (1) L’Interlibrary Loan Protocoll è destinato ai sistemi o agli applicativi di biblioteca come il protocollo per la ricerca ed il recupero dell’informazione (ISO23950). Il prestito interbibliotecario e il processo di fornitura dei documenti sono resi più facili dall’esistenza dei due standard ISO 239.50 (Z39.50) e ISO ILL (Interlibrary Loan Protocoll). Entrambi gli standard infatti definiscono procedure uniformi per ordinare materiale indipendentemente dal sistema utilizzato dal richiedente o dal fornitore.
Una delle nuove funzioni della terza versione dello standard Z39.50 è quella di ordinare un item usando le specificazioni Extended Services (ES). Il sevizio esteso item order consente ad un sistema di mandare ad un altro sistema una richiesta di un item e controllare lo stato di quell’ordine. L’ordine può essere o meno un item trovato come risultato di una ricerca Z39.50. L’item può essere un documento in originale o una riproduzione, restituibile o non restituibile, una monografia o un articolo di periodico, fornito su carta o in formato elettronico.
Il protocollo ILL è uno standard di comunicazione che consente lo scambio di messaggi ILL fra due sistemi che usano hardware diversi e programmi software che definiscono un insieme standard di messaggi e di formati dei messaggi.
Il protocollo inoltre specifica gli stati delle transazioni che definiscono ogni grado delle operazioni di prestito L’implementazione dello standard non consente solo di scambiare messaggi ILL fra sistemi diversi, ma fornisce anche un meccanismo per il controllo e la gestione delle transazioni di richiesta e risposta di prestito.
Il protocollo ISO consente a due sistemi e non a due utenti di interoperare: l’utente infatti non interagisce direttamente con il sistema remoto, ma solo con la sua applicazione locale. Il protocollo non è visibile ad un utente di un sistema di automazione, ma piuttosto "è visibile" a livello di applicazione. Ognuno dei sistemi che interopera non è subordinato all’altro, ma invece cooperano per eseguire il servizio.

L'aggiornamento del catalogo

Il progetto ONE intende analizzare le possibilità offerte dallo standard Z39.50 relative alle funzioni di aggiornamento dei record e delle localizzazioni e definire un profilo di applicazione di questi servizi nel contesto della rete europea di OPAC. Lo standard Z39.50 descrive l'aggiornamento di una base dati nell'ambito del Servizio Esteso update. E' stato definito un profilo detto "union catalogue profile" che specifica il formato e le procedure per lo scambio di messaggi, quando un origin cerca un database target e chiede il suo aggiornamento. La ricerca è dunque intesa come fase preliminare dell'aggiornamento, per determinare se il record esiste e quindi copiare o creare un nuovo record. Il profilo Union Catalogue è stato sperimentato ed oggi è mantenuto dalla National Library of Canada. La Biblioteca Nazionale Australiana opera come catalogo unico, mantenuto dalla cooperazione della comunità bibliotecaria australiana. Le biblioteche aggiornano il catalogo unico con i dati di localizzazione e con le nuove descrizioni bibliografiche ed ottengono record per i loro sistemi locali di gestione di biblioteca. Il profilo Union Catalogue, rispetto alla funzione standard di update, chiarifica le differenze fra l'inserimento di un nuovo record, la cancellazione, la sostituzione e la correzione del record; include inoltre meccanismi per il controllo delle duplicazioni e dei legami delle notizie cancellate. Al suo interno è stato definito un "OPAC/Holding profile" che stabilisce sei livelli di informazione: location only, copies only, summary holdings, detailed holdings, copies and circulation information, detailed holdings and circulation information.

La fornitura elettronica dei documenti

Anche per la fornitura elettronica dei documenti i partner di ONE 2 definiranno un profilo EDD (Electronic Document Delivery) che probabilmente si riferirà a GEDI (Group on Electronic Document Interchange). Questo Gruppo opera dal 1990 e coinvolge i maggiori fornitori europei di documenti. GEDI ha definito una struttura per l’accordo sugli standard de facto, per il formato ed il protocollo da usare nella fornitura di documenti elettronici. Le raccomandazioni di GEDI descrivono il formato di un record GEDI e le modalità della sua trasmissione e sono: compressione, formato di scambio dei file (TIFF ver.6.0, ma anche per la rappresentazione dei documenti in formato elettronico SGML e Adobe PDF), meccanismo di trasferimento dei file (Internet FTP, posta elettronica o fax), record GEDI.
Il record GEDI consiste di due parti: la copertina o intestazione e l’immagine del documento (per es. TIFF). L’intestazione e l’immagine sono separate: questo è importante per poter gestire in futuro altri formati di documenti. Le informazioni dell’intestazione possono esser utilizzate:

  • per informare l’utente sulla disponibilità del documento richiesto (per esempio via posta elettronica);
  • per produrre un frontespizio per ogni documento elettronico che contiene dettagli sulla richiesta ed il recupero;
  • per raccogliere dati amministrativi sul documento elettronico fornito e mandare questi dati alla biblioteche con modalità strutturate (per esempio SGML).

Le biblioteche possono utilizzare queste informazioni per generare reports sulle attività di fornitura elettronica di documenti.
La proposta GEDI è in linea con lo sviluppo IT e d è sostenuta da importanti organizzazioni bibliotecarie.

I risultati attesi da ONE-2

I risultati del progetto saranno sottoposti a rigorosi test di interoperabilità. Saranno inoltre implementati importanti dimostratori per la validazione dei servizi ed a questo fine sono state individuate quattro diverse tipologie di utenti: catalogatori, ricercatori, utenti di biblioteche pubbliche e di musei.
I test terranno conto delle diversità degli utenti, del retroterra posseduto e dei requisiti espressi nella fase di validazione.
I catalogatori verificheranno le nuove possibilità di riuso dei record scaricati dalla rete, della qualità e affidabilità dei dati recuperati e dei vantaggi per l’aggiornamento del catalogo in linea.
I ricercatori faranno test per misurare l’efficacia degli strumenti realizzati ai fini della ricerca su basi dati remote e della fornitura dei documenti via rete.
Gli utenti di biblioteche pubbliche sperimenteranno il software sviluppato nel progetto per il recupero delle informazioni di localizzazione, per la disponibilità dei documenti ed il prestito interbibliotecario.
Gli utenti di musei, infine, saranno coinvolti per la ricerca ed il recupero di dati non bibliografici presenti in rete e recuperabili con gli strumenti costruiti nell’ambito del progetto.
L’ICCU, in quanto gestore di una rete quale SBN, che integra le basi alimentate da biblioteche nazionali, locali e di ricerca è interessato a tutte e quattro le tipologie di utenti individuate da ONE, ma ha accettato di essere maggiormente coinvolto nel settore dei test per la ricerca avanzata e la fornitura dei documenti elettronici via rete. L’ICCU, inoltre, sperimenterà l‘allestimento in Internet di servizi innovativi integrati per la ricerca in archivi di documenti di interesse museale oltre che bibliografico. L’accesso integrato a basi dati eterogenee (bibliografiche, museali, digitali etc.) è una delle aree chiave di cooperazione indicate nel V° Programma quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico dell’Unione Europea. Il programma offre opportunità per rafforzare la collaborazione fra biblioteche, archivi e musei nel settore dell’Information Tecnology. Le Istituzioni culturali dovrebbero operare con strumenti e standard non solo per la condivisione delle risorse, ma soprattutto per migliorare l’accesso integrato degli utenti alle raccolte.
Una delle possibili soluzioni da adottare a tal fine consiste nella definizione di un profilo di ricerca multiplo, un insieme di metadati, che consente di inviare una ricerca unica ad una serie di basi dati differenti. Tale profilo può essere definito nell’ambito dello standard Dublin Core.
I maggiori risultati attesi dai nuovi servizi realizzati con ONE-2 saranno quelli di accelerare l’espansione della rete europea di OPAC ad un alto livello di interoperabilità funzionale. Il progetto servirà anche ad integrare nella comunità dei sistemi di rete, nuove aree di applicazione quali ad esempio i musei, e nuove aree territoriali come l’Europa orientale.

(1) IPIG:dal 1987 al 1993 le implementazioni dello standard sono state fatte in sistemi canadesi come National Library of Canada, PEB/ILL, AVISO, Intelend, Università di Quebec e più recentemente in Europa PICA (Olanda), MEN/SUNIST (Francia) e LASER (UK). La National Library of Canada è l'agenzia che manutiene lo standard ISO/ILL.

torna su