L'archivio possessori e provenienze del Polo BVE

Marina Venier - BNCR

Nell'ambito di SBN(A), la Biblioteca Nazionale di Roma ha di recente acquisito in polo la gestione completa dell'archivio possessori e provenienze.

Le funzioni, elaborate congiuntamente da informatici del pacco BULL e da bibliotecari dell'Istituto, che da anni lavorano alla schedatura del libro antico, manuale prima, in SBN(A) poi, sono state studiate tenendo conto delle esigenze particolari, che l'utilizzo di questo archivio comportano.

La prima difficoltà è data dalla lettura di nomi trascritti in forme corsive a volte poco comprensibili: si è quindi ritenuto indispensabile dare la possibilità di poter legare ad una forma accettata di un nome, tutte le forme di rinvio ritenute necessarie (Incremento intestazioni). Poiché man mano che il lavoro procede, si definiscono spesso intestazioni imprecise, sono state previste correzioni della forma, cancellazione o inversione fra forma accettata e di rinvio, eliminazione o fusione di intestazioni. Il possessore, che per ogni esemplare può essere più di uno, e la provenienza che, al contrario, essendo "l'ultimo domicilio conosciuto" prima dell'ingresso in Biblioteca, è unica, sono collegati a uno o più inventari, identificativi di ciascun esemplare. Anche su questo si è intervenuti prevedendo l'inserimento o la cancellazione del collegamento, nonché la variazione della natura delle intestazioni da possessore a provenienza e viceversa .

Di maggior interesse per l'utente è senza dubbio la funzione di interrogazione. Questa può avvenire partendo dal PID, numero identificativo di ciascun possessore e provenienza, o dalla trascrizione del nome, e giunge alla visualizzazione non solo degli inventari ad essi legati, con la relativa collocazione e descrizione dell'esemplare, ma anche della scheda completa dell'opera contenuta.

La possibilità di interrogare partendo dall'inventario, permette di conoscere tutti i possessori e la provenienza ad esso legati. Per intestazioni con più di 10 inventari collegati, la visualizzazione è possibile solo tramite stampa, prenotabile automaticamente, opzione questa che favorisce lo studio analitico di collezioni numericamente significative. E' chiaro quale importante aiuto questo programma possa offrire a chi voglia ricostruire i fondi delle biblioteche, o individuare singole raccolte all'interno di altre più vaste, o ancora reperire esemplari appartenuti a personaggi o famiglie, le cui biblioteche sono andate disperse. E questo, a quanto ci risulta, per la prima volta possibile tramite elaboratore.

Nel caso specifico della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, per la natura delle sue raccolte, tale indagine risulterà particolarmente interessante (1). Raccoglie infatti, nel nucleo storico, i fondi antichi delle circa 70 biblioteche monastiche, che fra il 1874 e il 1875 confluirono, in seguito alla nota legge del neonato Stato italiano, per la soppressione delle Corporazioni religiose romane del 19 giugno 1873, al Collegio Romano dei Gesuiti, scelto come sede della costituenda Biblioteca Nazionale. Mentre i manoscritti rimasero grosso modo distinti per fondo, le edizioni a stampa furono mescolate e riordinate per formato

Di alcune biblioteche conventuali e anche private, la Nazionale conserva gli antichi cataloghi, che non riflettono però quanto in realtà è qui pervenuto. Quando nel 1983 la Biblioteca iniziò la catalogazione sistematica delle edizioni del XVI secolo, si decise di riportare sulla scheda cartacea anche le eventuali indicazioni di possessori o provenienza che, sotto forma di note manoscritte, ex-libris o timbri, figuravano sui singoli esemplari, costituendo parallelamente un onomasticon delle intestazioni, attraverso il quale non era però possibile risalire ai volumi. Nuove prospettive si sono aperte con la partecipazione della Biblioteca Nazionale, nel 1994, ad SBN(A), nel quale era previsto un archivio possessori e provenienze, anche se in principio con attiva la sola funzione di inserimento.

Oggi, l'archivio possessori e provenienze della Biblioteca contiene circa 3.000 intestazioni, inserite nelle fasi di data-entry delle circa 8000 schede già compilate, e di catalogazione, tuttora in corso, di circa 6.000 edizioni sempre del '500. Preponderante è il fondo Gesuitico, principalmente della Biblioteca Maior o Secreta del Collegio Romano, e della Casa Professa, con quella particolare del Preposto generale. All'interno della Biblioteca del Collegio Romano, sono stati anche individuati volumi appartenenti a raccolte lasciate da privati ai Gesuiti, fra gli altri quella, parziale, di Marc'Antonio Muret, celebre umanista francese del XVI secolo vissuto a lungo in Italia e di Giovanni Battista Coccini, Decano degli Uditori di Rota, lasciata in eredità nel 1640.

Le possibilità di ricerca offerte sono molteplici. Si potrà ricostituire il fondo Eborense, proveniente dalla nuova Biblioteca fondata nel 1733 da Giuseppe Maria Fonseca da Evora, Ministro Generale dell'Ordine dei Minori e Plenipotenziario del re di Portogallo presso la S. Sede, nel convento di S. Maria in Aracoeli, solo in parte pervenuta alla Biblioteca Nazionale, ma di cui esistono i cataloghi, o ricostruire le fusioni fra diverse biblioteche e rintracciare volumi di quelle disperse, come la biblioteca Albani. Inoltre, potendo risalire anche ai titoli delle opere, si conoscerà la natura delle raccolte, definendo gli interessi dei relativi proprietari.

(1) Per la storia dei fondi della Biblioteca Nazionale: Alda Spotti. Guida storica ai fondi manoscritti della Biblioteca Nazionale Centrale Vittorio Emanuele Il di Roma, in Pluteus, 4-5 (1986-87), p. 359-386.

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